“La vela rappresenta per me ciò che gli artisti possono trovare nella musica, nella letteratura, nella pittura”.
Il Circolo Velico Reggio è stato costituito nel 1982 ed è per anzianità tra i Circoli che hanno fondato la sesta Zona FIV della Regione Calabria e Basilicata e tra i primi d’Italia per l’attività svolta e il Palmares.
La sede del circolo si trova sul Lungomare reggino in una posizione invidiabile un vero balcone sullo stretto che consente un naturale parterre a tutte le regate veliche, consente uscite in mare con qualsiasi condizione meteo.
Il Circolo ha numerose imbarcazioni sociali di vario tipo per attività sportiva, scuola vela, da diporto e agonistica, nonché mezzi nautici destinati all’assistenza per le regate ed alla Scuola Vela.
Dott. Carlo Colella cosa rappresenta per lei il circolo velico?
Il Circolo è stato ed è ancora un po’ come la mia seconda casa poiché vivendo a Reggio Calabria, è lì che trascorro gran parte delle mie giornate, mi sono appassionato alla vela e attraverso i miei figli ho potuto conoscere il mondo agonistico della vela e questo mi ha affascinato per i numerosi valori che questo sport ha trasmesso loro.
Quanti ragazzi ha avviato alla vela attraverso le attività didattiche della scuola vela?
Il mio circolo in questi trent’anni è stato presente in numerosi palmares abbiamo partecipato con i nostri atleti a campionati nazionali, europei e mondiali, siamo stati presenti nelle squadre nazionali giovanili per numerosi anni. E questo ci ha dato tanta esperienza da farci capire che lo sport ha e deve avere alti e bassi per arrivare ma anche per ripartire.
I vostri atleti più eccellenti, oggi quarantenni come si sono realizzati?
La maggior parte di loro sono apprezzati professionisti che però ancora oggi quando possono ritagliano tempo per dedicarsi alla passione per la vela. Molti altri sono oggi presidenti di circoli velici calabresi, istruttori di vela affermati, skipper, armatori. Le potrei fare molti nomi noti nel mondo velico che pur prendendo strade diverse si sono affascinati al mondo velico partendo dal nostro circolo.
Secondo Lei il mondo sportivo ha subito trasformazioni sociali cui una società sportiva come la Sua si è dovuta adattare?
Le dico la verità senza voler essere un “nostalgico” io ho avuto la grande fortuna di avere figli e nipoti che hanno vissuto la vela come un credo famigliare, ed io sono stato sempre al loro fianco trasformando il mio tempo in appuntamenti agonistici, in allenamenti in ogni dove, non ho mai pensato che fosse un sacrificio occuparmi dell’attività agonistica. Oggi vedo la famiglia più assente, o presente solo per veder vincere il proprio figlio! Non è questo lo spirito sportivo. I genitori sono lo strumento per consentire la sicurezza, l’autonomia, l’equilibrio dei propri figli e ciò passa proprio dalla considerazione delle difficoltà che ogni atleta affronta, dal poter condividere con i propri genitori i successi ma anche e soprattutto gli insuccessi. Io e il gruppo dei soci con cui abbiamo fondato il circolo velico c’eravamo attrezzati con i camper per girare l’Europa inseguendo i campionati più importanti, non c’erano allenatori c’erano i genitori che ricoprivano tutti i ruoli, forse c’era più improvvisazione ma Le assicuro che funzionava, dal punto di vista affettivo i nostri ragazzi hanno avvertito la compartecipazione, l’accettazione e l’impegno. Credo questo sia fondamentale per i giovani di oggi.
Oggi come si organizza l’attività sportiva nella sua società sportiva?
La nostra scuola è particolarmente proiettata e attenta ai bambini e bambine che abbiano compiuto, però, almeno sei anni. Il nostro scopo è di farli avvicinare alla vela come un gioco, farli sentire fin da subito a loro agio, e far loro scoprire un nuovo mondo. Impiegando barchette piccole, molto sicure come l’Optimist, ed essendo soli, i bambini, assistiti da Istruttori Federali particolarmente esperti, acquisiscono rapidamente i primi e fondamentali rudimenti sentendosi immediatamente gratificati. La scuola si articola su vari livelli e il Circolo ha squadre agonistiche e pre-agonistiche. Quindi i bambini che vogliono perfezionare la loro esperienza possono seguire dei corsi di livello superiore, fino ad essere inseriti nella squadra preagonistica che svolgerà una attività mirata alla partecipazione alle regate. Da qui il passo successivo è entrare nella Squadra agonistica con allenamenti più avanzati e partecipazione alle regate.
Ma l’apprendimento è molto lungo?
Come in tutti gli sport dipende dal soggetto, dalla voglia che ha, dalla sua determinazione e qualche volta anche dalla predisposizione innata, quasi un talento.
Nel nostro caso, le squadre sono sempre accompagnate e assistite in acqua dagli stessi istruttori che li hanno visti crescere e, ti assicuro, con un grande affiatamento. Indubbiamente nei momenti di cambio tecnici e istruttori, cosa peraltro normalissima a tutte le società sportive, abbiamo avuto momenti difficili in cui i nostri ragazzi e i loro genitori si sono sentiti destabilizzati ed a volte costretti a scelte dolorose, il cambio società sportiva è sempre doloroso sia per chi la fa che per chi la subisce. Ma a volte è utile per comprendere che si sono fatte scelte sbagliate e che si deve ricorrere a correggere la gestione.
Oggi siamo certi della scelta fatta, abbiamo due tecnici validissimi, che rispondono ai nomi del croato Denis Finderle e Giovanni Criseo. Due persone valide cui chiediamo spirito di appartenenza e professionalità nelle attività. E in più ci stiamo avventurando nel mondo dell’altura, nel territorio c’è richiesta di professionalità in quest’ambito, e noi siamo pronti a una nuova scommessa.
Ma così i genitori sono tagliati fuori dall’attività agonistica dei propri figli?
Assolutamente no, la vela è uno sport della famiglia, ma i genitori non devono in alcun modo interferire con l’attività e i programmi del tecnico. Sta al direttore sportivo che nel nostro caso è mia figlia, Valentina Colella, con grande esperienza educativa non solo in campo velico, a mantenere con loro rapporti di corresponsabilità, fondamentali perché le scelte devono essere sempre fatte tenendo presente che “i figli di altri possono essere sempre i nostri e… per i nostri figli chiediamo sempre il meglio!”. Sa in questi trent’anni abbiamo vissuto esperienze di tutti i tipi tra cui vedere genitori “tramare” e distruggere gruppi di ragazzi coesi, per l’esigenza di vedere primeggiare il proprio figlio senza comprendere che questo atteggiamento spesso, e le assicuro parlo per esperienza, porta spesso all’abbandono sportivo. In ambito sportivo le critiche sono sempre ben accette se hanno un fine costruttivo, lo sportivo per sua natura cade … ma trova sempre il modo per rialzarsi!
Insomma presidente cosa l’ha spinta ad amare la vela per tutta la sua vita?
La vela rappresenta per me ciò che gli artisti possono trovare nella musica, nella letteratura, nella pittura. La vela è un’inseparabile compagna che mi ha dato grandi emozioni come me ne hanno dati gli studi e la famiglia.