“Il mare e la vela costituiscono un binomio come terapia e riabilitazione sociale, una sorta di prova straordinaria per superare il disagio dovuto all’handicap, un tentativo per raggiungere la normalità attraverso un’impresa apparentemente fuori dal comune”.
La Federvela Calabria e Basilicata presieduta dall’avvocato Fabio Colella, parteciperà attivamente alla IX edizione della Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico, in programma il 3 ottobre sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria, una della quattro città italiane (insieme a Salerno, Pisa e Milano) a ospitare l’edizione 2015.
Nello staff tecnico dell’evento è presente la professoressa Valentina Colella, dirigente della Federvela calabrese. All’evento nazionale, da quanto appreso dagli organi istituzionali, sarà presente Massimo Dighe, timoniere azzurro alle Paralimpiadi di Londra 2012.
Nello staff tecnico dell’evento è presente la professoressa Valentina Colella, dirigente della Federvela calabrese. All’evento nazionale, da quanto appreso dagli organi istituzionali, sarà presente Massimo Dighe, timoniere azzurro alle Paralimpiadi di Londra 2012.
Divenuto un appuntamento annuale svolto in contemporanea in diverse città, si afferma attualmente quale strumento straordinario di promozione della pratica sportiva tra le persone disabili, veicolo della principale mission del movimento: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tematica della disabilità comunicandone soprattutto il valore d’inclusione ed integrazione a testimonianza che «lo sport è un diritto per tutti e non ammette differenze».
In merito alla IX edizione della Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico il presidente della VI Zona FIV, l’avvocato Fabio Colella, ha dichiarato che “lo sport può rappresentare tanto per i ragazzi e le ragazze disabili di questo Paese. Lo sport è uno strumento di confronto, non solo agonistico, che può aiutare a superare le discriminazioni e a condividere le differenze, per garantire un reale processo di interazione sociale. Offrire l’opportunità ai disabili di fare vela – continua Colella – è la sfida che vogliamo affrontare, nella convinzione che la possibilità di praticare uno sport sia un diritto, non una concessione. Le situazioni intorno al disabile vanno gestite, proprio come su una barca: infatti la barca non si guida ma si governa.
Il mare e la vela costituiscono un binomio come terapia e riabilitazione sociale, una sorta di prova straordinaria per superare il disagio dovuto all’handicap, un tentativo per raggiungere la normalità attraverso un’impresa apparentemente fuori dal comune.
Andare per mare non rappresenta solo una sfida. Si può scegliere il mare come forma di vita, come possibilità di espressione.
In VI Zona FIV almeno un circolo per provincia si sta adoperando ad ospitare e far vivere il mare a tutti”.